La prima prova documentata dell’uso della bacchetta da rabdomante risale al Cinquecento. Il mineralista tedesco Georg Bauer, scrisse che i minatori dei bacini carboniferi della Sassonia usavano bastoncini a forcella per localizzare le vene sotterranee del minerale.
Il rabdomante usa tradizionalmente un bastone a forcella ricavato solitamente da un ramo di nocciolo a forma di Y. Lo scopo della forcella è quello di amplificare i movimenti involontari dei muscoli della mano quando intercetta acqua o minerali sotterranei. Il rabdomante cammina lentamente impugnando i due rami gemelli della forcella , finchè essa comincia a piegarsi , a dare strattoni, come se volesse sfuggire di mano. Segnala così l’esatta localizzazione della falda acquifera o del giacimento di minerali; se bravo è pure in grado di calcolarne la profondità esatta.
Ma è naturale chiedersi: come fa il rabdomante a sapere dove scavare esattamente? La risposta è “nelle sue sensazioni anche corporee”:
In epoca più moderna la richiesta al soddisfacimento dei bisogni dell’uomo, si è fatta più “sottile” più “intimistica”; bisognava trovare uno strumento che lavorasse con le energie ma che interpretando le sue girazioni lo potesse consigliare nelle sue scelte e decisioni.
Nacquero quindi un’infinità di strumenti: pendoli di tutte le forme fatti con i materiali più svariati, di legno, di metallo, di cristallo, pieni o cavi all’interno per contenere i “testimoni”, oggetto della ricerca. Il corpo del pendolo è appeso a un filo, di cotone o seta, o a una catenella. Dalle diverse fogge e materiali, tutti più o meno efficaci.
Ogni pendolo andrebbe scelto a seconda dell’utilizzo, perchè ogni forma e dimensione è più valida per uno scopo piuttosto che per un altro, come la forma e la dimensione di ogni antenna radio è destinata a un tipo di ricezione piuttosto che a un altro. Da ciò si deduce che il pendolo amplifica, come una antenna, la percezione del radioestesista e con le sue girazioni ed oscillazioni, gli consente di decodificare le risposte.
Così come il pendolo, anche la verga ebbe un’evoluzione che la portò a trasformarsi da semplice ramo di legno a strumento di metallo o plastica dalle forme più svariate, fino all’odierno biotensor, costituito da una manopola, da una parte elastica e da un’estremità a forma di anello, spirale, cerchio o sfera.
Gli odierni studi di neurofisiologia applicata al vivente e alle sue risposte agli stimoli provenienti dall’ambiente a lui esterno hanno dimostrato che ad ogni stimolo corrisponde un’immediata risposta dell’intero corpo, animale o vegetale che sia.
La radioestesia e la rabdomanzia sono strettamente legate alla magnetosensibilità delle cellule renali, nonchè alla presenza di materiale magnetico nell’area ipofisaria e in quella epifisaria. I magnetosomi presenti in queste zone rappresentano una sorta di bussola animale. L’epifisi in particolare è, negli uccelli, un elemento chiave per il loro orientamento e le sue cellule sono sensibili a un campo magnetico di più o meno 0,5 elevato alla 30 Gauss, pari al campo geomagnetico. L’ipofisi e la ghiandola pineale sarebbero responsabili dei ritmi circadiani, soprattutto endocrini, dei quali si è vista l’individualità magnetica. Il magnetismo è un fenomeno di vibrazione, causato dal movimento di rivoluzione degli elettroni. Attorno ad ogni singolo elettrone si crea un campo magnetico. Il magnetismo è una caratteristica della materia. Ogni sostanza, oltre a possedere una carica elettrica positiva o negativa, possiede anche proprietà magnetiche.
Questi studi spiegano chiaramente il funzionamento del pendolo, della verga o del biotensor. In questi strumenti ci sono delle estremità elastiche capaci di evidenziare e amplificare le micro variazioni della tensione tendinomuscolare dell’operatore che sorreggendo lo strumento, compie dei micro-movimenti involontari detti appunto ideo-motori, modulati dalla mente inconscia.
La capacità radioestesica può essere migliorata e affinata con l’esercizio, come ogni altra qualità umana. La mente inconscia funge da passaggio, per cui i livelli superiori di coscienza possono interagire con il corpo fisico, e le percezioni psichiche superiori vengono tradotte in varie forme di informazione dai canali dei circuiti neurologici del corpo.
L’informazione psichica raggiunge la consapevolezza conscia mediante i meccanismi d’azione della corteccia cerebrale e l’informazione intuitiva, inconscia, filtra nell’emisfero destro passando poi nel sinistro dove viene analizzata, razionalizzata ed espressa verbalmente.